di Ludovica Schiaroli
La consapevolezza dei paesaggi terrazzati sta crescendo notevolmente su scala globale, europea, nazionale e locale. L’International Terraced Landscapes Alliance (ITLA) è una delle associazioni più importanti per la protezione, la conservazione e la promozione dei paesaggi terrazzati e delle relative culture nel mondo.
Durante il suo viaggio in Italia Timmi Tillmann, il Coordinatore dell’Alleanza dei Paesaggi Terrazzati, ha visitato Manarola e il sito pilota del progetto Stonewallsforlife. Quella che segue è la chiacchierata che abbiamo avuto con lui.
Sono un antropologo e in quanto tale ho due compiti: uno ha a che fare con la conoscenza della popolazione indigena, mentre l’altro con il metodo per lavorare con le comunità locali.
Nel 2009 sono stato contattato da personale dell’UNESCO a Bangkok, mi hanno chiesto se potevo collaborare con la provincia dello Yunnan, in Cina, per organizzare un simposio internazionale. Ci sono andato, e dopo aver visitato la zona e ho suggerito di organizzare un incontro che prevedesse visite sul campo e workshop.
Prima di iniziare, ho chiesto di fare intervenire gli agricoltori indigeni locali perché altrimenti ci sarebbero stati solo gli esperti, i colloqui dei tecnici… così ho formato un gruppo di studenti di lingue dell’università locale che hanno svolto il ruolo di “facilitatori” con le comunità locali. Abbiamo tenuto seminari sul turismo, la storia… e anche seminari separati senza politici ma solo con agricoltori e facilitatori.
Abbiamo dato loro due compiti, nel primo abbiamo chiesto: “per favore disegna la tua casa, i dintorni e le terrazze” e due anziani hanno detto “no no non disegneremo”. Gli altri invece hanno fatto dei disegni, dai quali si poteva vedere che si trattava di un gruppo eterogeneo; c’erano tre diversi gruppi etnici di nazionalità presenti, non c’era il controllo dello Stato per questo siamo riusciti a lavorare liberamente con loro..
Il giorno dopo ho chiesto a tutto il gruppo di disegnare su temi diversi come ad esempio semi, cambiamento climatico, inquinamento da pesticidi, ruolo delle donne sui terrazzamenti ecc. Poi ho chiesto di nuovo: ”chi vuole disegnare su… l’inquinamento” che è uno degli argomenti più pericolosi per loro e i due uomini che si erano rifiutati di disegnare hanno detto “lo facciamo noi” così si sono lasciati coinvolgere perché sentivano che in quella situazione non c’era pericolo nel disegnare.
Poi i diversi gruppi di lavoro hanno presentato i loro risultati e alla fine sono intervenuti gli agricoltori che hanno detto: “È molto bello sentire gli esperti parlare di ciò di cui noi non possiamo parlare”.
Questo è stato come un riconoscimento e quando è intervenuto il capo della Prefettura si è limitato a dire: “basta, si chiude!” e non ha detto altro.
E così è iniziata la storia di ITLA. L’idea è stata dei soci cinesi, tra loro c’erano scienziati, antropologi… subito l’idea era di costruire un’associazione internazionale ma poi hanno capito che avevano bisogno dell’approvazione dello Stato e del Partito Comunista e questo ha sconvolto tutto. E quando abbiamo chiesto “quando facciamo il prossimo congresso?”, due persone dal Perù, uno era un professore di Archeologia dell’Università Cattolica dissero: “lo facciamo in Perù”.
Questo è stato il punto di partenza, e decidemmo che sarebbe stata una Rete, un’alleanza di reti e non un istituto internazionale con costi elevati… infatti operiamo senza finanziamenti, ma comunichiamo tra di noi e quando c’è un progetto a cui si può collaborare, come in questo caso… interveniamo.
Se Stonewallsforlife vuole avere un supporto, ci invitate e noi cooperiamo!
Così e nata la Rete e poi negli anni successivi 2014, 2016, 2019 si sono svolti i congressi.
Mettiamo insieme idee di diversi partner (abbiamo 300 membri in tutto il mondo, in più di 30 paesi) concordiamo sulle attività, stiamo creando una bibliografia sui paesaggi terrazzati e pubblichiamo una newsletter che esce ogni due mesi – se c’è materiale sufficiente e se ho tempo per farla.
L’obiettivo principale di ITLA è agire a beneficio della natura e delle persone che ancora vivono in paesaggi terrazzati.
Penso che questo progetto rappresenti uno sforzo significativo perché può avere un ruolo importante nella ricostruzione del rapporto tra il Parco e la popolazione locale. C’è una divisione – forse non a Manarola – ma chi vive qui deve capire i benefici che questo progetto può portare, e che non è solo burocrazia.
Penso che sia molto importante lavorare con i gruppi e con persone esterne, ad esempio, l’offerta di diventare consulenti e collaborare insieme, beh… deve concretizzarsi in un’idea e non rimanere solo sulla carta.
Penso che sia molto importante ascoltare le persone che vivono sul territorio.
Wolfgang Sachs, intellettuale e scienziato tedesco disse: “non dimentichiamo il sapere indigeno perché forse tra cinquant’anni ne avremo bisogno, altrimenti non saremo in grado di sopravvivere, perché le fonti di energia non sono infinite”. Certo c’è il progresso tecnologico ma c’è una saggezza in queste 7000 culture esistenti che dobbiamo mantenere viva.
Si può fare in due modi: intanto le terrazze devono essere visibili.
Quando ero in Buthan, invitato dalla Royal University, chiesi di parlare con uno specialista di terrazzamenti. Mi risposero che non ce n’erano e quando andai nella valle c’erano terrazze ovunque. Voleva dire che le persone che vivevano in quel paesaggio non vedevano nulla di speciale lì.
Le persone devono essere consapevoli e orgogliose del paesaggio. Qui a Manarola i terrazzamenti sono visibili ma c’è bisogno di uno scambio con persone di altre regioni affinché possano crearsi alleanze e collaborazioni, come ad esempio con la Catalogna. Questa potrebbe essere una direzione.
Inoltre se hai consapevolezza e visibilità, puoi produrre materiale e influenzare politici e cittadini.
Devi conquistare alleati, convincerli, rendere visibili le terrazze e anche avere qualcosa da comunicare ai turisti. Devi far sapere che questo posto non è solo pittoresco ma in questi terrazzamenti cresce e si sviluppa un’economia locale fatta di prodotti tipici.
È un intero processo: le persone che vivono e lavorano qui devono sostenere il territorio.
Non lo so, il futuro è qualcosa che la gente del posto deve riuscire ad immaginare, intendo dire che l’idea del bancalismo* è l’idea che i paesaggi terrazzati sono fondamentali per i “sopravvissuti dell’umanità”, per noi che siamo qui oggi.
Questi paesaggi sono presenti in molte regioni montuose e sono l’origine del nostro cibo: a partire dai lieviti, dalle patate e dal mais che sono nati in terrazzamenti 4000, 5000 anni fa. Non possiamo dimenticare che i terrazzamenti sono l’origine della civiltà, non le pianure, perché i processi di addomesticamento delle sementi sono iniziati nelle regioni di montagna.
Devi conoscere la storia e solo dopo puoi immaginare il futuro.
Vivere con la natura è qualcosa di molto speciale, abbiamo bisogno di riconnetterci con le persone, questa è la mia speranza.
Maggiori informazioni su ITLA: http://www.itla.si
*Bancalismo, bancales: Francisco Leiva degli Aranea ha coniato il termine Bancalismo – un movimento per far rivivere la cultura dei terrazzamenti come stile di vita, cibo e vino, uno spazio speciale ed autentico per la ricreazione e il benessere. Ha realizzato i bozzetti mostrati nel secondo numero dell’Art of the Terraced Landscapes Journal durante la sua visita a La Gomera (Isole Canarie) in occasione del 4° Congresso Mondiale sul Re-incanto delle Terrazze (Bancales).
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